Secondo Cognome
Non vi è mai capitato di vedere il vostro cognome scritto in modo errato, magari in un registro o in una lettera? Quali sono i più tipici errori si trascrizione o pronuncia del cognome? Sono equivoci che urtano la vostra sensibilità perché il nome è una vostra prerogativa assolutamente personale, che identifica la vostra persona e dice agli altri chi siete. Fin dagli albori della storia, i nomi sono sempre stati considerati l’”impronta digitale” della vita, la chiave della personalità. Conoscendo i criteri con cui venivano conferiti i cognomi nel paese natale dei vostri antenati, potrete risalire alle origini della vostra famiglia nella sua patria originaria e farvi un’idea di come vissero e di come fossero i vostri antenati. L’affascinante storia dei cognomi risale a migliaia di anni fa. Come e quando si cominciò ad utilizzarli, che cosa significassero originariamente e le varianti grafiche sviluppatesi col tempo sono tutte le problematiche che rientrano nello studio dell’onomastica.
I primi che, secondo fonti documentate, cominciarono a utilizzare i cognomi furono i Cinesi. Come narra la leggenda, l’imperatore Fushi rese obbligatorio l’uso del cognome attorno al 1825 a.C. la tradizione vuole che i Cinesi abbiano tre cognomi: il cognome, che viene per primo e deriva da una del 438 parole del sacro poema cinese Po-Chia-Hsing, quindi il nome della generazione, formato da 30 caratteri tratti dalla propria poesia di famiglia, e, infine, il nome di battesimo.
Inizialmente, i Romani avevano un solo nome. In seguito, cominciarono a utilizzarne tre: il prænom, nome di battesimo, che veniva per primo, il nomen, che designava la stirpe o il popolo di appartenenza e il cognomen, legato alla famiglia. Alcuni Romani facevano uso anche di un quarto nome, l’agnomen, per commemorare un evento o un’azione eroica. Con lo sfaldamento dell’Impero Romano, l’uso dei nomi di famiglia si fece più problematico e si tornò così a utilizzare un solo nome.
Nell’Alto Medioevo, le persone avevano un solo nome. Col tempo si diffuse però l’abitudine di aggiungervi un secondo nome per poter meglio distinguere una persona dall’altra. Il secondo nome derivava, in genere, da caratteristiche peculiari, come il luogo di origine, basti pensare a S. Francesco d’Assisi o Leonardo da Vinci, tratti somatici particolari (Lambert Le Tort, fu poeta francese detto “il ritorto”, per il suo aspetto fisico), la professione esercitata (Pier Plowman, Pietro l’Aratore) o il nome del padre (Leif Eriksson, cioè “figlio i Erik”).
Nel secolo XII, il costume di utilizzare un secondo nome si era talmente diffuso che, in alcuni luoghi, si riteneva indice di basso lignaggio non averne uno. Benché l’origine dei nostri cognomi sia da ascrivere proprio a questa consuetudine, è bene ricordare che il secondo nome in voga nel Medioevo non era legato alla famiglia, né si tramandava ereditariamente.
In che modo, poi, questi nomi si trasformarono nei cognomi ereditari di famiglia non è dato saperlo, poiché si trattò di un processo molto lento, esteso su un arco di tempo di tempo di diversi secoli. Possiamo solo affermare con certezza che, a partire da un dato momento, i cognomi ereditari cominciarono a diffondersi parallelamente ai soprannomi occasionali e ai secondi nomi derivanti da peculiarità del carattere o da tratti somatici.
L’uso dei moderni cognomi ereditari è un costume diffusosi presso l’aristocrazia veneziana a partire dal secolo X-XI. I Crociati di ritorno dalla Terra Santa portarono con sé questo costume e lo trasmisero a tutti i paesi d’Europa. Fu così che, facendosi sempre più sentita la necessità di distinguere un individuo dall’altro, anche la Francia, le isole Britanniche, la Germania e la Spagna non tardarono a introdurre questa pratica. Il termine “cognome” compare già in alcuni documenti del 1370, epoca in cui aveva ormai acquisito una connotazione emotiva e dinastica. Chi non aveva discendenti maschi tentava a volte di assicurare la sopravvivenza del proprio cognome convincendo un parente in linea collaterale ad adottarlo. Trasmettere il proprio cognome divenne così una questione di prestigio. Quanto, però, ai motivi che portarono all’adozione di cognomi di tipo ereditario, non abbiamo dati certi e possiamo solo fare supposizioni.
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